Comune di Soriano Calabro » Conosci la città » Storia

Accessibilità



questo sito e' conforme alla legge 4/2004

foto

RSS di - ANSA.it

Notizie non disponibili

Storia

Le origini di Soriano, scarsamente illuminate dalla tradizione storica si perdono nel tempo.      

Molte le ipotesi sull’argomento ma, spesso, artificiose o scarsamente documentate.

Incerta, innanzi tutto, la data della sua fondazione, anche se ormai gli storici sono concordi nell’indicare il primo insediamento urbano intorno al VII – VIII secolo d.C., al tempo della iconoclastia (lotta al culto delle immagini sacre) esplosa in oriente ad opera dell’Imperatore Leone III l’Isaurico, prima, e dell’Imperatore Costantino V Copronico, dopo.

A dare origine al paese sarebbero stati alcuni gruppi di monaci dell’Ordine di San Basilio i quali, per sfuggire alle spietate persecuzioni dei Musulmani, si erano spinti all’interno del nostro territorio alla ricerca di un rifugio sicuro e tranquillo.

Ne sono una testimonianza i numerosi tempietti dedicati a Santi Basiliani e i vari monasteri eretti nella zona, dei quali il più sontuoso era quello dedicato a S. Maria degli Angeli (la Vergine Odigitria, guidatrice del cammino) che sorgeva proprio sulla collina che si sprofonda sull’abitato di Soriano.

    Incerto anche il luogo del suo primo insediamento urbano. Anche su questo argomento i pareri degli studiosi non sono concordi.

C’è, infatti, chi sostiene che la primitiva Soriano sia sorta attorno al già menzionato Monastero di S. Maria degli Angeli, cioè sulla collina che sovrasta l’attuale Soriano, e c’è, invece, chi afferma che il primo nucleo abitativo di Soriano si formò in pianura, in località "Santa Maria della Pagliara", oggi rione San Giovanni.

Al di là di ogni possibile congettura, sembra comunque certo che Soriano, agli inizi, abbia cambiato sito almeno un paio di volte; poi, alla fine, e sicuramente al tempo delle incursioni turchesche, il paese venne definitivamente trasferito in collina e precisamente su quella ripida dorsale rocciosa posta tra il fiume "Cornacchia" e il torrente "Chianello", dove attualmente è arroccato l’abitato di Sorianello.

Oscuro ed insignificante paesino fino all’anno mille, Soriano acquistò importanza con l’arrivo dei Normanni, sia perché il Conte Ruggero la pose subito sotto la sua Signoria con il titolo di feudo, sia perché, a causa della sua ubicazione divenne presto importante anello di congiunzione tra il Cento Monastico di Serra San Bruno e Mileto dove Ruggero aveva fissato la sua residenza e aperto una splendida corte alla quale affluivano continuamente alti ufficiali, prelati, dignitari, legati di pontefici, principi ed uomini di pensiero.

Fra i personaggi illustri che affollavano la Corte di Ruggero c’era anche Bruno di Colonia, fondatore dell’ordine dei Certosini e della celebre Certosa di Serra San Bruno che, ancora oggi, dopo tante dolorose vicende troviamo nella sua austera bellezza.

La leggenda riporta fino a noi una traccia della presenza del Santo in questa "terra": a metà strada del più agevole viottolo che collega Soriano a Sorianello, vegeta un secolare albero di ulivo, dal fusto tozzo e vuoto all’interno, che, secondo un pia credenza popolare, fu molto caro a Bruno di Colonia.

Si racconta, infatti, che il Patriarca San Bruno, amico e consigliere di Ruggero il normanno, nei frequenti viaggi che era solito fare da Serra San Bruno a Mileto e viceversa per incontrare il Conte, amasse riposare e pregare, ogni qualvolta giungeva nella "terra" di Soriano, all’ombra di questa pianta di ulivo.

Oggi, sul luogo richiamato dalla leggenda, c’è una chiesetta dedicata a San Bruno, che fu costruita agli inizi del secolo, e una lapide di marmo con una iscrizione latina che ricorda l’episodio, ma c’è vivo e vegeto, anche il vecchio ulivo caro a San Bruno che, da oltre nove secoli, sfida ancora i venti!

Ma torniamo a Soriano.
Relegato su quel costone di roccia, dove oggi insiste Sorianello, il paese aveva preclusa ogni possibilità di sviluppo.     
frontale convento

I sorianesi se ne resero subito conto, pertanto, non appena le incursioni piratesche cessarono, decisero di trasferirsi al piano alla ricerca di spazi più ampi e più adatti alle loro attività agricole e pastorali.

Venne scelta una vasta pianura a sud del paese, nella vallata sottostante, alla confluenza del fiume "Cornacchia" col "Caridi", lungo la strada per Monteleone.

Il nuovo agglomerato urbano fu chiamato dapprima "Suburbio di Soriano", quindi "Casale di Soriano" e, infine, "Terra di Soriano di basso" per distinguerlo dal primitivo paese che prese il nome di "Terra di Soriano dell’alto".

Con il passare degli anni il sobborgo ebbe un forte sviluppo tanto che, dopo qualche tempo, fu necessario costruirvi anche una chiesa, che fu intitolata a San Martino di Tours.

Dopo la Signoria dei Normanni e di molti altri oscuri feudatari ad essa succeduti, il feudo di Soriano nel 1501, fu elevato a Contea da Ferdinando II d’Aragona il quale l’affidò alla nobile famiglia Carafa di Nocera che la governò fino al 1600.
altare chiesa
    In quel torno di tempo vibrava in Soriano un profondo sentimento religioso per il Patriarca San Domenico, in onore del quale nel 1510, venne intrapresa la costruzione di un grande Santuario con annesso Convento.

L’edificio fu innalzato lungo l’argine sinistro del torrente "Cornacchia", non molto lontano dal borgo "Nigliari", su un pianoro che si estendeva fino alle falde della Collina degli Angeli.

Sebbene non ancora completato, il Santuario, vent’anni dopo era già famoso, sia per gli innumerevoli prodigi che si erano verificati nel corso dei lavori di costruzione, sia, soprattutto, in seguito all’apparizione del miracoloso "Quadro di San Domenico" che si ritiene di origine celeste.

Oggetto di particolare attenzione da parte di Pontefici e di Monarchi, i quali nei suoi confronti furono particolarmente generosi di favori spirituali e materiali, il Santuario raggiunse, però il suo massimo splendore tra la seconda metà del 16° secolo e la prima metà del secolo 17°.

A quel tempo chiese, conventi e tempietti dedicati a San Domenico in Soriano furono innalzati in molte città e in molti paesi d’Italia e d’Europa e, perfino, nelle Americhe: il che contribuì non poco a diffondere ovunque il nome di Soriano.

La fama delle grazie, poi, che si ottenevano a Soriano per intercessione della Sacra Immagine di San Domenico attirava ogni giorno moltitudini di fedeli nel santuario sorianese il quale, ben presto acquistò una grande notorietà in tutto il mondo cattolico.
interno chiesa
    Oltre che centro d’intensa vita religiosa, il Santuario era, inoltre, un rigoglioso cenacolo di cultura e di vita intellettuale molto apprezzato per la serietà e la severità degli studi che in esso si compivano.

A supporto di tanta vitalità culturale, il Convento di Soriano possedeva una fornitissima biblioteca e, perfino, una tipografia dalla quale "uscirono" varie ed importanti opere, tra cui testi di sacra scrittura, di teologia, di filosofia, di predicazione e la "Cronica del convento", scritta da Padre Antonino Lembo.

La notorietà del santuario di Soriano dilatata dalle apologie e divulgata dagli scritti su di esso, andò sempre crescendo e aumentò ulteriormente dopo il 1652 quando i Frati del Convento domenicano di Soriano decisero di acquistare dal Monarca di Spagna Filippo IV per la somma di 84.000 ducati la Contea di Soriano che, quattro anni prima, era rimasta "vacante" per la morte, senza eredi, di Francesco Maria Domenico Carafa, ultimo Conte di Soriano.

Comune di Soriano Calabro

P.IVA 00353840796

HTML 4.01 Strict Valid CSS
Pagina caricata in : 0.266 secondi
Powered by Asmenet Calabria